Caso Clinico NON accreditato ECM

Titolo: I PERCORSI DEI PAZIENTI CON IPERTENSIONE ARTERIOSA “Carmen non balla più”
Sesso ed età: donna di 62 anni
Storia clinica:Carmen è un’impiegata affetta da IRC al terzo stadio, dislipidemia e ipertensione arteriosa, in trattamento con ACE inibitore e diuretico tiazidico. Appassionata da sempre di ballo nei fine settimana, da qualche mese ha dovuto smettere per la comparsa di un’astenia ingravescente con una parallela riduzione dei battiti cardiaci rilevata al polso radiale. Preoccupata per questo, decide di rivolgersi al proprio medico.
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RAZIONALE

Le malattie cardiovascolari rappresentano un’area clinica in cui maggiormente si avverte la necessità dello sviluppo di risposte assistenziali efficaci e sostenibili, nel cui ambito il Medico deve svolgere un ruolo determinante, contribuendo a mettere in atto strategie gestionali condivise dalle diverse professionalità sanitarie e sostenute a livello istituzionale. Ciò sia per l’elevato impatto epidemiologico e socioeconomico, sia per la globale insufficienza delle attuali risposte assistenziali ai bisogni di questi pazienti, (disomogeneità culturale ed organizzativa, assistenza discontinua e frammentaria, ecc.).
Le malattie cardiovascolari (CVD – cardiovascular diseases) sono la prima causa mondiale di morte: la maggior parte delle persone muore ogni anno più di CVD che per qualsiasi altra causa. Nel 2016 si stima siano morte per CVD circa 17.9 milioni di persone, rappresentando il 31% della mortalità mondiale. Di queste morti, l’85% è stato causato da infarto e ictus.
Il 10% del carico mondiale di malattia (global disease burden) misurato in DALYs (disability-adjusted life year) è dovuto a malattie cardiovascolari e le CVD sono responsabili di 151.377 milioni di DALYs, dei quali 62.587 milioni sono dovuti in particolare a patologie coronariche e 46.591 milioni a patologie cerebrovascolari.
Il peso delle malattie cardiovascolari ad oggi sta crescendo sempre più sia per la difficoltà di controllare adeguatamente i fattori di rischio quali l’obesità, la dieta scorretta, l’ipertensione, la dislipidemia e il diabete di tipo 2, sia per il valore spesso difficilmente quantificabile del cosiddetto rischio residuo. Il decremento della mortalità CVD si è fermato a meno di 1% all’anno fin dal 2011, con tassi ancor peggiori nella popolazione ad alto rischio, mentre, nel 2015 la mortalità per patologie cardiache è aumentata dell’1% per la prima volta dal 1969, anche in presenza di un sensibile incremento della durata della vita media.
Oltre ai dati di mortalità, le CVD sono diventate la patologia cronica più costosa. Nel 2014 scompenso cardiaco e ictus sono le condizioni croniche più costose nel Medicare fee-for-service program e si stima che i costi associati con le CVD aumenteranno ulteriormente nei prossimi anni superando quelli di altre patologie croniche rilevanti come il diabete e la malattia di Alzheimer. In base alla prevalenza, mortalità, disabilità e costo, le CVD continueranno ad essere le patologie con il maggior peso che gli americani dovranno affrontare nelle prossime decadi. In Italia, nel 2014 si sono verificati complessivamente 220.200 decessi per malattie del sistema circolatorio (96.071 negli uomini e 124.129 nelle donne), di questi 69.653 decessi sono stati attribuiti a malattie ischemiche del cuore (35.714 negli uomini e 33.939 nelle donne) e 57.230 a malattie cerebrovascolari (22.609 negli uomini e 34.621 nelle donne).
In un Paese come l’Italia, caratterizzato da un costante aumento dell’aspettativa di vita, è assolutamente necessario implementare azioni preventive che possano far raggiungere le età più avanzate nelle migliori condizioni di salute e con una qualità di vita dignitosa. Fra le azioni preventive, un adeguato controllo dei valori pressori e una migliore terapia dell’ipertensione arteriosa, sono fra le priorità.
Con queste premesse, soprattutto in tema di prevenzione primaria, il ruolo del Medico dell’Assistenza Primaria, risulta cruciale nella presa in carico di questa tipologia di Pazienti.